Con Nunzio Pavone, Responsabile Controllo Qualità O.P. Giuliano S.r.l., elenchiamo i vari passaggi cui l'uva da tavola è sottoposta pri-ma di giungere sugli scaffali.
Agosto 2017: siamo in Puglia, una delle regioni più vocate per la coltivazione di uva da tavola delle diverse varietà, con e senza semi, sapientemente curate con impegno e dedizione, ma anche con tanti sacrifici. L’uva da tavola Pugliese, rappresenta un’importante fetta del mercato nazionale e mondiale, garantendo per sette mesi l’anno sulle tavole dei consumatori un prodotto sano, fresco e gustoso, con varietà precoci, medie e tardive a parti-re da giugno fino a dicembre. Le zone calde del tarantino e del barese, la vicinanza al mare, i terreni calcarei e argillosi apportano il loro prezioso contributo in tutte le fasi fenologiche del prodotto. Questo però non basta: come in un film, vi partecipano tanti attori, registi, tecnici e comparse, che si adoperano per la buona riuscita del prodotto finale. Tutto viene curato nei dettagli, senza lasciar nulla al caso e a tutto viene concessa la giusta attenzione, dal campo al magazzino, con un unico scopo: far arrivare sulle tavole dei consumatori uve di qualità.
Gestione in campo
La gestione di Botrytis Cinerea in campo, prevede diversi in-terventi di natura agronomica e chimica, mirati a prevenire o curare l'insorgenza del patogeno nelle successive fasi di conservazione.
Tra le comuni tecniche agronomiche in grado di prevenire le infezioni di muffa grigia vi sono:
- bilanciare gli apporti irrigui;
- limitare le concimazioni azotate (esse favoriscono il lussu-reggiamento della pianta che aumenta la suscettibilità al patogeno);
- favorire l’arieggiamento dell'impianto.
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microrganismi antagonisti, come ad esempio batteri e lie-viti, da applicare in fase di pre chiusura dei grappoli;
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antibotritici chimici, alternando l'utilizzo di sostanze attive a diverso meccanismo d'azione al fine di evitare fenomeni di resistenza.
Essi esplicano la propria attività in virtù della traspirazione del frutto posto in buste micro e/o macro fora-te, che garantiscono un rilascio moderato nel tempo di SO2. Attualmente, se utilizzato correttamente, risulta il conser-vante più efficace, in grado di prevenire la disidratazione del rachide ed eventuali infezioni botritiche, senza alterare la salubrità del prodotto e le sue caratteristiche organolettiche. Importante anche la scelta dei materiali utilizzati per il packaging: ad esempio l’uso di buste in polietilene ad alta densità (PEHD) antifog, evita la formazione di eccessiva umidità che potrebbe danneggiare in maniera irreversibile il prodotto. Tecniche e mezzi utilizzati nel post raccolta (im-ballaggi, conservanti, metodi di conservazione) sono frutto di studi, lavori di ricerca e test interni, che puntano ad au-mentare la conoscenza e le competenze sulla frigoconserva-zione, che deve garantire una shelf life del prodotto anche per 100 giorni.
Dal campo al magazzino
Le scelte in campo, spesso difficili, dalla giusta varietà da impiantare (influenzate dai trend di mercato) fino all'utiliz-zo delle corrette pratiche colturali e di difesa, sono il primo step del fantastico e complicato mondo dell’uva da tavola. La frigoconservazione in celle dedicate, l'utilizzo di mezzi e di materiali in grado di preservare la qualità del prodotto, la garanzia di una lunga shelf life e la fase di spedizione, rap-presentano il secondo step. In post-raccolta potrebbero insorgere alcune problematiche che richiedono il massimo impegno di tutti, al fine di evitare e/o contenere danni alle produzioni. Uno dei patogeni più pericolosi e complessi da gestire, sia in pieno campo che in magazzino, è Botrytis cinerea, comunemente nota come muffa grigia. Questo fungo parassita, attacca i grappoli in periodi particolarmente delicati e importanti del ciclo bio-logico della vite, principalmente nelle fasi tra invaiatura e maturazione. Si sviluppa in condizioni di eccessiva umidità (nebbie mattutine e notturne, piogge intense) che creano un habitat naturale per il fungo che trova nutrimento negli zuc-cheri e nelle sostanze nutritive presenti nell’uva.
...e in magazzino
La gestione della botrite non si ferma in campo, ma conti-nua nella seconda fase: la frigoconservazione. Ogni anno le perdite di prodotto a causa delle infezioni botritiche, spesso frutto di errate strategie in questa fase, oscillano tra il 5 e il 20%. Importante l’impiego di materiali atti a prevenire le in-fezioni in cella e lo stoccaggio a temperature particolarmen-te basse - preferibilmente intorno a 0°C - sfavorevoli al pato-geno. Il prodotto, appena giunto in stabilimento, subisce un rapido abbattimento della temperatura mediante particolari celle che aspirano, per ogni singolo pallet di uva, l’aria calda; in seguito questi vengono penetrati da aria fredda in manie-ra omogenea. Questo processo, a seconda della temperatu-ra del prodotto in ingresso, varia dalle 8 alle 12 ore. Dopo questa prima fase di refrigerazione, l’uva viene stoccata in celle di conservazione a temperature e umidità costanti (92-95% U.R.). La conservazione dell’uva è un’arte: ci si avvale di ogni mezzo utile a garantirne la qualità per lunghi periodi di stoccaggio. Tra questi vi sono antimicrobici naturali e chimici. Tra i naturali, l’ozono controllato che, seppur ancora in fase sperimentale, viene impiegato per la disinfezione del prodotto, nonché delle celle di conservazione. L’utilizzo di antimicrobici chimici, invece, si basa principal-mente sull'utilizzo di particolari tappetini generatori di ani-dride solforosa (SO2) posizionati sul prodotto e talvolta an-che sul fondo.
Non solo botrite
Particolare attenzione deve essere posta alle uve da tavola destinate all’export in Paesi oltremare, come ad esempio Arabia Saudita, Stati Uniti o Canada: per quest’ultima de-stinazione vengono impiegati imballaggi e pallet che hanno subìto un particolare trattamento fumigante con bromuro di metile, denominato ISPM-15. Tale trattamento viene effet-tuato per assicurare l’assenza di alcuni insetti, come mosca mediterranea e oziorrinco, in modo da evitare la diffusione di questi artropodi nei Paesi che ne sono esenti.